Ogni sport ha un obiettivo e un gesto particolare, a cui viene attribuito un punteggio, per raggiungere la vittoria sull’avversario.
Nel Rugby questo gesto è la META e vale 5 punti. Dopo ogni meta la squadra che la realizza ha la possibilità di effettuare la TRASFORMAZIONE, ovvero un calcio in mezzo ai pali che vale 2 punti.
Lo scopo del gioco è quindi, fondamentalmente e indipendentemente dalla vittoria finale, quello di portare la palla ovale oltre la linea di meta e toccarla a terra.
Il concetto non sembri banale perché,
…lo scopo “intimo” del gioco di un rugbista, a qualsiasi livello, non è vincere ma fare meta. Ne è la prova che vincere senza segnare nemmeno una meta all’avversario è, nei commenti di fine gara, un malcelato fastidio e la prova della propria incapacità a mettere fisicamente sotto l’avversario (concedendogli una piccola rivalsa…).
E’ infatti quasi impossibile che una partita di rugby finisca 0-0 ed è molto difficile che non ci sia nessuna meta. Questo fatto è legato alle caratteristiche del gioco.
Il calcio è uno sport in cui le geometrie sono di ampio respiro e il goal è spesso un colpo ben assestato ed estroso. Talvolta difficile da realizzare nei 90 minuti e lo 0-0 non è raro. Il basket è uno sport veloce, con pochi giocatori, in cui il punteggio finale è una sommatoria in un incessante testa a testa. Lo 0-0 non si verifica mai.
Il Rugby come il basket non concede respiro, ma è giocato su un campo di calcio e con 15 giocatori per parte che rendono gli 80 minuti e oltre, del tempo regolamentare, una battaglia meticolosa di conquista del territorio.
Segnare la meta diventa così un obiettivo personale e collettivo faticoso da raggiungere ma quasi certo, come è quasi certo che l’avversario segni una meta a sua volta. Inoltre nel Rugby contano meno le ampie geometrie, il gioco è spesso di frontiera e, contrariamente al senso comune, è basato sull’evitare l’avversario e lo scontro per avanzare (o, quindi, sul passare la palla prima che il gioco venga bloccato).
Non si fa melina nel Rugby e non si indietreggia mai.
Per questo ai nostri bambini viene insegnato che lo scopo del gioco è FARE META ma attenzione ai corollari, che sono: evita l’avversario; porta avanti la palla finché ti è possibile; se credi di non poter proseguire il gioco, PASSA LA PALLA A UN COMPAGNO che abbia la possibilità di proseguire e andare in meta a sua volta.
Lo scopo quindi si realizza ugualmente sia sul piano personale che collettivo e anche questo aspetto va fatto assimilare al ragazzo, cercare il sostegno dei compagni. Perché la meta, in definitiva è quasi sempre, nel rugby di livello, un risultato di gruppo.
La gioia è uguale e forse è anche maggiore.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-