Cominciamo, oggi, un discorso che a me interessa tantissimo. Un punto centrale nella vita di tutti i giorni e un aspetto fondamentale di una prestazione sportiva.
Di cosa si tratta?
Esiste un gioco che descrivo brevemente, banale forse, ma molto potente.
I ragazzi a coppie, uno di fronte all’altro, si guardano negli occhi e si dicono/urlano in faccia per 30 secondi SI!, oppure NO!. Poi si scambiano i ruoli per altri 30 secondi.
Cominciamo, in definitiva, a far toccare con mano ai bambini…. la Dimensione Mentale e di autostima dello sport.
Negli sport agonistici individuali, come nel nuoto per esempio, dove la performance di alto livello si differenzia di pochi decimi/centesimi, è facile comprendere che non è la performance tecnica a fare la differenza fra gli atleti ma, soprattutto, quella mentale.
Chi ha più “testa”, intesa come determinazione, sopportazione allo stress, fatica etc vince!
Come considerare, invece, la performance mentale individuale in uno sport di squadra per eccellenza come il rugby? si vive una dimensione mentale individuale o collettiva?
Entrambe ovviamente! E’ infatti un’esperienza percettiva comune a molti, all’interno di una gara o di una stagione, quella “magica” della performance mentale di squadra. Quando tutti gli automatismi e gli stati di grazia giungono a compimento nello stesso momento e/o periodo e tutto ma proprio tutto riesce alla perfezione.
Ebbene, questo è il risultato di tanti processi individuali (vedere nel video sotto). Per capirlo, possiamo portare l’esempio dei sincronismi che esistono in moltissime e diverse attività umane.
Pensiamo al canto corale e a come le diverse voci e sezioni dell’ENSEMBLE, si fondono in un unico suono armonico con il successivo progredire delle prove. Noi esseri umani siamo fatti così e ogni individuo, nel gruppo, fa la sua parte per entrare in sintonia/risonanza con gli altri, partendo da sè stesso.
Dire a voce alta SI o NO guardando un altro negli occhi significa affermare la propria esistenza/determinazione e la propria voglia di fare e di lottare. Mettere in moto una autoconsapevolezza che porterà a risultati complessivi di gruppo.
SI voglio raggiungere il mio obiettivo (fare meta, correre bene, fare un buon l’allenamento, essere il migliore)
NO non riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo (passarmi oltre, non potrai segnare la meta, non mi farai piangere….)
Una cosa semplice che viene dal di dentro, come la voce…..può scatenare forze inattese in ognuno dei nostri ragazzi.
Avete mai provato a cantare in un coro, appunto, o a suonare uno strumento a fiato. Oppure ancora, da quanto tempo non urlate forte allo specchio con gli occhi lucidi e i pugni chiusi….
Quella che chiamiamo determinazione e che ci fa superare gli ostacoli e gli avversari è una forza che ci “viene dal dentro“, spesso il termine che utilizziamo è aggressività o, con un bel termine argentino, é
“LA GARRA“,
o la si ha o non la si ha, si dice.
Io credo che questo semplice gioco sorprenderà i bambini e insegnerà qualcosa di loro.
Se provate a farlo nel silenzio delle vostre stanze, sorprenderà anche voi.