Bella giornata invernale oggi in quel di Varese e, sotto il profilo della sfida, impegnativa per i nostri U10. Anche se un paio di assenze hanno abbassato il numero di 10 giocatori è stato più che sufficiente per giocare .
Va detto che i Tutti Neri affrontano le sfide dei tornei scontando moltissimi limiti. Se vogliamo aiutarli a crescere, ognuno di noi e non solo gli allenatori, deve tenerne conto nel modo corretto.
I nostri ragazzi non affrontano, ancora, le sfide con il giusto stato d’animo, ritmo e malizia di gioco. Non si allenano insieme, non sono sempre in numero sufficiente e avendo, nella maggior parte dei casi, iniziato a giocare da pochi mesi. In U10 tutti hanno iniziato quest’anno.
Con questo di Varese siamo a 4 concentramenti partecipati. In ogni concentramento abbiamo disputato circa 4 partite = 16 partite. Se stimiamo una media di 20 Minuti (siamo generosi) siamo a 360 Minuti = 6 ore in Totale. Non avendo giocato sempre, la media del tempo giocato, per bambino, è ipotizzabile in 2.5 – 4 h. da inizio stagione (5-6 mesi). Spesso abbiamo incontrato squadre bem più esperte di noi e ragazzi con molti “anni” di gioco sulle spalle.
Ecco quindi, in parte spiegata l’evoluzione della giornata. I ragazzi hanno iniziato facendosi “scavalcare” da tutti fino all’ultimo tempo dell’ultima partita del girone eliminatorio dove, per merito di qualche parola ben assestata da parte degli allenatori, essi sono usciti caricati e hanno segnato la prima meta.
Poi è arrivata la “finalina” che i ragazzi hanno vinto 5 mete a 3, dimostrando che anche le formiche nel loro piccolo s’incaxxano
In mezzo a tutto questo un momento di sconforto collegiale da parte di alcuni adulti – prima della riscossa finale. La conferma che i tempi dello sport e della maturazione sono ben più lunghi di quelli delle aspettative personali.
Io sono molto orgoglioso del nostro percorso, ragazzi e allenatori insieme, che ha bisogno di tempo, di fiducia e autostima oltre che del sostegno di tutto l’ambiente. Invito tutti a esserlo nello stesso modo. Noi dobbiamo andare per la nostra strada e non c’è nessuna vergogna nel nostro livello che è, semplicemente, pari a ciò che possiamo mostrare, oggi, al mondo.
Lo sport è impietoso ma anche le frustrazioni servono, e molto. Da genitori ci giustifichiamo. Diamo sfogo al nostro disagio attribuendolo al “dispiacere” che proviamo per i nostri bambini. Invece dovremmo saper aspettare e gioire quando arriva la vittoria. Alla fine oggi, è arrivata, e un giorno chissà anche l’eccellenza, magari non questa stagione e non la prossima. Io voglio dire comunque e sempre MOLTO BENE.
Se non siamo pronti a soffrire per loro non siamo pronti per accompagnarli in questa piccola-grande avventura.
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