Voglio compiere un esercizio di sintesi sui diversi significati che attribuisco all’evento del 3 Aprile a Vacallo.
Il primo torneo é un “primo bacio” che non si scorda facilmente. Non lo scorderanno alcuni genitori, lo ricorderanno a lungo molti ragazzi. Per alcuni di loro é stato il luogo e il giorno in cui hanno visto accadere cose importanti; la prima meta, rocambolesca e sorprendente, ottenuta fortunosamente o con determinazione.
Vedere i ragazzi nel campo di gioco, per un papà o una mamma, é sempre un’emozione e un grande divertimento. Davanti ai loro occhi, si svelano pregi e difetti dei loro ragazzi… non é sempre piacevole, d’accordo, e non bisogna farne un giudizio universale, ma le interazioni sul campo hanno un grande significato e sono sempre da interpretare come un percorso…
Lo sport, lo sappiamo, é una metafora della vita ed é in fase agonistica che i ragazzi affrontano il caos e l’incertezza, cercano di raggiungere gli obiettivi, individuale e di gruppo. E’ durante una gara che si creano i piccoli episodi che li legano alle emozioni. Le positive, sono quelle che rimangono, e che si ricercano nei tornei successivi, quando il gioco cresce.
Il nostro compito di allenatori, genitori e persone di riferimento, é volgere tutto in positivo. Rischiando anche un po’ per l’ansia da prestazione nei ragazzi che tuttavia, dopo la partita, si risolve in una grande soddisfazione.
Il torneo, lo so per certo, é stato per alcuni, il motivo che li farà continuare con il rugby ancora un po’ e forse per un bel po’…
Detto tutto questo, e altro ancora, un torneo non é solo gioco ma é soprattutto socialità. La realizzazione di un’idea nata mesi prima, dalla consapevolezza che senza una prova di gruppo non c’é gruppo, che nel fare la pasta, le salamelle e spillare la birra si ottiene lo scopo di sentirsi coinvolti, utili e meritevoli di una gratitudine disinteressata. La voglia di mostrare la bravura e l’identità di gruppo, agli altri, alla Federazione, al Comune, alla Popolazione.
Mai come in questo periodo storico abbiamo sofferto dell’isolamento e della difficoltà sociale. Noi e i nostri ragazzi/e abbiamo bisogno di ridere e di impegnarci in cose che vadano oltre lo studio e il lavoro, importanti per carità, ma non sufficienti a farci sentire realizzati.
Un luogo e un gruppo dove poter esprimere, insieme ad altri, la propria libertà sono parte del significato di quanto successo. Mi fermo qui, ma la mia personale gratitudine e soddisfazione per quello che noi di TNT , insieme, abbiamo realizzato é fortissima.
Quindi VIVA il torneo e grazie a tutti.