
Essere il “Primo allenatore” può significare essere il più importante, il principale, l’Head Coach. Oppure, più semplicemente, essere colui che determina un destino, fa da pietra focaia al fuoco della passione sportiva del bambino o della bambina.
Questa “opportunità” mi fa sempre intravvedere un potenziale in ogni ragazzo o ragazza e giustifica ogni allenamento sportivo o lezione di motricità.
Il mio primo contatto con i bambini, avviene spesso fra i 2 e i 5aa. Questo mi mette in cima alla “catena alimentare” dello sviluppo motorio (ed educativo) dei piccoli. L’imprinting che cerco di trasmettere é…
un semplice contesto, di serenità e divertimento. La competizione non mi “compete” potremmo quasi dire.
Da questo parte tutto il percorso che alla fine prenderà mille direzioni, ma che come ai primordi dell’universo, finisce per rappresentare l’eco di un inizio espansivo… un big bang che si propaga da un buon avviamento motorio e sportivo e che rimane testimone di un buon inizio.
Fuor di metafora, credo che senza questa consapevolezza tutto (mi) sembrerebbe inutile. Entrare a far parte di un percorso per poco tempo, molto all’inizio di una eventuale esperienza sportiva e senza poter muovere nessun destino, fa perdere presso chiunque, le tracce dell’impegno profuso. Tuttavia, quello che rimane del lavoro, in genere, dei “primi allenatori”, é la grande quantità di “inizio di relazioni” e, in molti casi, di belle esperienze umane…
Essere alla base dell’avvio di una “mentalità” legata al divertimento e all’energia positiva, in un buon contesto, é ben più di quanto ci si possa augurare.
Mi sforzo di fare questo e mi illudo che sia davvero così!!