Chi, da responsabile, si spende nello sport infantile/giovanile, si spertica spesso per ringraziare i genitori…Senza di loro che portano i ragazzi all’allenamento… alle partite…) non sapremmo… non potremmo…. etc etc…
Peraltro, nel Minirugby, di ragazzi (e ragazze?) non ne abbiamo tantissimi! Ve ne sarete accorti, ma non é questo il punto…. non é che si usano tutte queste frasi fatte per dare un contentino, per tenere dentro le persone…
Piuttosto; mi dico! dove si può spingere, applicato alla squadra, un ragionamento su sport e genitori.
Mi considero fortunato, per la disciplina che insegno e perché il tasso di Campionite che di norma si respira sui nostri campi, é basso…. però rimane il punto…
Convincersi che lo sport infantile fra i 5 e i 10-12 anni non é solo portare i ragazzi all’allenamento e alle partite ma, più importante, quello di disegnare un perimetro, uno scudo, un luogo adatto alla loro crescita e socialità, avendo l’opportunità di stare al suo interno.
Per i ragazzi é più facile, in uno sport di squadra, ma oltre alla squadra in campo ne serve una fuori; ragazzi e genitori fanno gruppo insieme. Gli allenatori e i ragazzi/e, da soli, non bastano…
Mi rendo conto che sia un approccio un po’ troppo personale e invasivo…. c’é il lavoro, i …azzi e mazzi a cui tutti dobbiamo pensare, ma all’età di 5-10aa i ragazzi hanno bisogno di amici, con cui condividere esperienze di gioco, e di un riferimento, anche se si fa fatica a coinvolgerli; di un ritmo, perché da un allenamento al mese o una partita ogni 6 mesi non é possibile trarre buoni auspici.
I ragazzi percepiscono se lo sport é frastagliato o un parcheggio e quindi non ne avvertono lo scopo, il disegno… l’impegno!
Quando, nel limite del gruppo, i genitori si conoscono e si frequentano con l’ obiettivo della crescita e armonia dei ragazzi, sono contenti e quando portano nel gruppo entusiasmo e voglia di progettare con il Club e stare insieme, si sentono parte di un progetto… BINGO!!
Nel club si può investire un po’ di noi stessi per far felici i ragazzi/e senza pensare solo a portarli all’allenamento… alle partite… e viverla un po’ meglio.
Grazie ad alcuni, da qualche tempo, si “comincia a girare bene” e sta nascendo un senso di appartenenza…. non é obbligatorio ma credo che possa aiutare quando questo diventa una possibile strada per vivere lo sport tutti insieme.