Che significato ha l’Area dei 22 nel gioco giocato?
In un campo da Rugby, subito dopo quella di meta, per importanza viene proprio “l’Area dei 22 metri”. Essa è delimitata dalle linee laterali di touch, dalla linea di meta (che tuttavia fa parte dell’area di meta) e dalla linea, appunto, dei 22 metri.
La tecnica del placcaggio, chi può essere placcato? come si atterra un avvesraio?
Lasciamo adesso la progressione logica degli argomenti che avrebbe suggerito di trattare “l’Area dei 22 metri”, per passare a parlare del gesto che a livello di tecnica individuale più di altri rappresenta il rugby nell’immaginario collettivo e con cui avrai sempre a che fare.
Dovrai usarlo per fermare l’avversario con la palla (solo lui) e dovrai saperlo eseguire alla perfezione. Se saprai farlo avrai molto onore e se lo sbaglierai permettendo al tuo avversario di andare in meta … molto disonore!
Il Placcaggio è il gesto tecnico che permette a un giocatore (difensore) di atterrare il portatore di palla (attaccante) con l’uso delle braccia, stringendolo alle gambe per farlo cadere a terra. Nel rugby è VIETATO PLACCARE CHI NON HA LA PALLA.
Cominciamo con questo semplice filmato.
L’importanza del placcaggio è dunque immensa nel rugby e ha conseguenze importantissime sul gioco. Un placcaggio riuscito determina l’arresto dell’azione di attacco e può essere alla base di un cambio di fronte (Turn Over) con la ripartenza del gioco a favore della squadra in difesa. Può essere un gesto risolutivo per impedire una meta oppure intimidatorio su un avversario e su tutta la sua squadra.
Il placcaggio può essere fatto frontalmente, lateralmente, da dietro. Non ha bisogno di forza ma di tecnica. Per questo un uomo piccolo può agevolmente atterrare un uomo di peso e dimensioni molto maggiori. … “più sono grossi, più fanno rumore quando li batti a terra” (anonimo)
Per un placcaggio di qualità sono fondamentali:
Posizione bassa del corpo (gambe e ginocchia piegate a 90° e braccia larghe e aperte e pronte a stringere per prendere l’attaccante: ciò predispone all’entrata in contatto con le gambe del portatore, e fermare la sua corsa
Velocità di corsa e realizzativa: il placcaggio non si fa, tendenzialmente da fermo ma in corsa (in movimento). questo per “sostenere” il gesto del placcaggio che si traduce in aggressività, necessaria per intercettare; prendere l’avversario e guidarlo a terra
Appoggio della spalla del placcatore “nell’avversario”: che permette di avere un fulcro su cui fare leva per atterrarlo
La chiusura delle braccia attorno alle gambe e richiamo delle stesse : per bloccare il movimento delle gambe dell’attaccante per farlo cadere a terra.
In tutto questo bisogna essere rapidi esecutori e cercare di eseguire placcaggi cosiddetti “vincenti” ovvero in grado di catturare l’avversario e “spingerlo indietro” o spostarlo dal suo asse di corsa.
Tutto questo si apprezza in una buona esecuzione e fa dire a tutto il pubblico “WOW”. Un placcaggio “duro” e ben eseguito condiziona molto chi lo subisce, già solo 2 placcaggi ben assestati “annichiliscono” l’avversario diretto. Tanti placcaggi di squadra “annientano” la forza di volontà degli avversari e lo costringono a cambiare strategia di gioco o addirittura lo rendono inoffensivo. Per i bambini valgono alcuni concetti semplici inizialmente ….
Va detto che un placcaggio riuscito ha conseguenze molto interessanti sull’azione di attacco in atto.
Dopo aver fatto Meta nella lezione 4 vediamo DOVE si fa meta in un campo di Rugby…. ovviamente nell’AREA DI META. La linea di Touch laterale e quella di pallone morto NON fanno parte dell’Area di Meta, quindi se superiamo o tocchiamo con un piede (o con la palla) una di queste linee la meta non può essere convalidata dall’arbitro. Se invece mettiamo la palla sulla linea di meta la meta è valida. (abbiamo parlato di queste linee nella lez. 1 dedicata al CAMPO .. ricordi? Vai a rivedere)
Qui sotto una bellissima meta di Mirko Bergamasco per l’italia su azione corale partendo da rimessa laterale. Ramiro Pez finta il passaggio trovando un buco nella difesa. Serve Mirko che segna – pur essendo stato placcato prima della linea di meta – di slancio. Segue la trasformazione fra i pali
Guardiamo ora la EDUCARD sull’Area di Meta…. come si legge qui sotto, una meta può essere SEGNATA dalla squadra in attacco ma anche ANNULLATA dalla squadra in difesa se un suo giocatore appoggia a terra il pallone nella propria area di meta.
Come nel calcio abbiamo il GOAL!, nel Basket il CANESTRO, nel football il TOUCH DOWN, così nel rugby abbiamo la META! Il gesto è molto semplice, “devo toccare con la palla il terreno oltre la linea di meta avversaria per far ottenere 5 punti alla mia squadra”.
Semplice no? a parte, come avete visto nel video, tutti gli avversari da superare che complicano un po’ la questione
poi esistono comunque alcune eccezioni:
A) NON È META SE
– mi scappa la palla e cade per terra nell’area di meta senza che io la abbia appoggiata con la mano o attaccata ad una parte del mio corpo
– mi butto in area di meta con il pallone ma un mio avversario mi impedisce di toccare il terreno con la palla
– attraverso l’area di meta ma appoggio a terra la palla sulla linea oppure oltre la linea di pallone morto o della linea laterale dell’area di meta
B) È META SE
– Tocco a terra con il pallone SULLA LINEA di meta
– Toccare le coperture dei pali con la palla
– Entrare in area di meta con la mischia e toccare a terra con il pallone
– Esistono le mete tecniche (META DI PUNIZIONE) decretate dall’arbitro.
E se invece della squadra in attacco è la squadra che difende a toccare a terra con la palla nella sua area di meta? si ANNULLA LA META ma questa regola è un po’ speciale e la vedremo con un’altra carta.
Lez 3: I pali Chiariamo subito che NEL MINIRUGBY I PALI, quella infrastruttura caratteristica a forma di H che campeggia al centro della linea di meta e sulla linea di meta di ogni estremità del campo NON SERVONO.
CALCIO FRA I PALI
Nel rugby adulto il calcio fra i pali fa sempre ottenere punti alla squadra che lo effettua.
Perchè un calcio in porta sia considerato valido la palla deve passare fra i pali laterali e sopra la traversa. Leggi tutto “Lez 3: I Pali”